Decreto Ministeriale 64-8/V3

Dotazioni minime impianti elettrici civili secondo norma CEI 64-8/V3: impianti elettrici a livelli

Dal 01/09/2011 è entrata in vigore la nuova norme CEI 64-8/V3 pubblicata a febbraio 2011 che riguarda le prestazioni funzionali minime degli impianti elettrici delle unità immobiliari adibite ad uso abitativo.

imageFinalmente un impianto elettrico per essere a norma e poter di conseguenza essere accompagnato da Dichiarazione di Conformità secondo il Decreto Ministeriale 37/08, deve sottostare ai requisiti minimi previsti per i tre livelli di impianti classificabili idealmente come le "stelle" di un albergo.

Questa classificazione descrive ciò che gli utenti possono scegliere nel momento in cui, rivolgendosi a un installatore di impianti elettrici, decidono di installare un nuovo impianto oppure di rinnovarlo.

Prima ci si poteva trovare di fronte un impianto sicuro ma, come spesso capitava specialmente nelle realizzazione "da capitolato" dove spesso si guarda troppo al contenimento dei costi, insufficiente sotto l’aspetto delle prestazioni o comunque non al livello delle aspettative, pur essendo conforme alle norme CEI.

Fortunatamente la scelta del CEI è stata fatta a titolo normativo e non informativo, ovvero, è diventato un obbligo per costruire un impianto realizzato a regola d'arte tutelando l'utente in modo che abbia un impianto elettrico non solo sicuro ma anche funzionale.

Il dimensionamento dell’impianto elettrico rimane oggetto di accordo fra il progettista, l’installatore dell’impianto ed il committente, in funzione delle esigenze di quest’ultimo e del livello qualitativo dell’unità immobiliare e la Norma stabilisce le dotazioni minime con riferimento a tre diversi livelli prestazionali e di fruibilità:

Livello 1: è il minimo obbligatorio per poter considerare un impianto a norma e quindi poterlo certificare come tale e richiede:

  • un numero minimo definito di punti prese e punti luce in base alla metratura e tipologia di ogni locale
  • un numero minimo di circuiti in funzione della metratura totale
  • almeno 2 interruttori differenziali in parallelo al fine di garantire una protezione selettiva all’impianto

Livello 2: è una soluzione di buona qualità per unità immobiliari con una maggiore fruibilità degli impianti con dotazioni di livello medio e richiede:

  • un aumento della dotazione rispetto al livello 1 oltre a servizi ausiliari come videocitofono, l’antifurto e il controllo carichi

Livello 3: per unità immobiliari con dotazioni impiantistiche di pregio ed innovative come la domotica e richiede:

  • un ulteriore aumento delle dotazioni rispetto al livello 2 introducendo diverse funzioni che aumentano le prestazioni dell’impianto e del risparmio energetico. L’impianto di livello 3, dovrà gestire attraverso la domotica almeno quattro funzioni tra: antifurto, controllo carichi, gestione comando luci, gestione temperatura, gestione scenari, controllo remoto, sistema diffusione sonora, sistema antiallagamento e/o rilevazione gas

I livelli non sono collegati alle categorie catastali e alle classi di prestazioni energetiche degli immobili. Alla qualità di una unità immobiliare concorre anche il livello dell’ impianto elettrico.

Le dotazioni minime degli impianti elettrici civili saranno da applicare alle:

  • unità immobiliari situate all'interno dei condomini ( appartamenti )
  • unità immobiliari mono o plurifamiliari ( ville e villette a schiera )

Le dotazioni minime degli impianti elettrici saranno da applicare ai:

  • nuovi impianti elettrici civili
  • rifacimenti completi di impianti in occasione di ristrutturazioni edili delle unità immobiliari.

La dotazione minima degli impianti potrà non essere applicata:

  • agli impianti elettrici civili degli edifici pregevoli soggetti al D.L. 42/2004
  • alle parti comuni di edifici residenziali

Consigliamo vivamente di diffidare da installatori che vi offrono il "patto in deroga su scelta del committente", comunque previsto dalla norma, o da chi si preoccupa, snobbando la nuova norma, di come ad esempio "riuscire a farci stare un elevato (...a suo parere) numero di prese in soggiorno", o da chi sostiene di poter rilasciare la Dichiarazione di Conformità senza attenersi alla norma 64-8/V3 dichiarando che l'impianto è comunque a regola d'arte (tutte opinioni inverosimili se pensate da un "professionista" ma purtroppo nell'ambiente elettrico si sentono in giro troppo spesso...) o da chi offre ulteriori scappatoie per contenere i costi in quanto, se ragiona così, è abbastanza probabile che lavori in modo altrettanto poco professionale.

Un preventivo andrebbe valutato considerando il rapporto qualità prezzo e non il prezzo più basso, soprattutto analizzando il contenuto dello stesso riguardo marche, modelli e quantità nel rispetto della norma, scartando a priori chi si presenta con fogli di carta straccia con scritto "impianto elettrico completo euro tot...": la norma in questo viene in aiuto in quanto se si richiede di contenere i costi con un impianto di livello 1, le offerte presentate dovrebbero avere almeno lo stesso quantitativo minimo di dotazioni evitando così sorprese a fine lavori.

Ribadiamo che la nuova norma è a tutela del cliente finale che è finalmente libero di scegliere anche da capitolato, senza incappare poi in salate varianti, che tipo di impianto elettrico vuole secondo le proprie possibilità e stile di vita.

E' un'opportunità anche per le imprese di costruzioni "attente" che potranno vantarsi di offrire ai compratori di abitazioni comfort e vantaggi maggiori, certificati magari al livello 3, che puo' essere quel punto in più per concludere la vendita senza dover svalutare l'immobile, cosa che magari la concorrenza non fa.

...potendo scegliere, costruendo o ristrutturando una nuova abitazione, perché installare un nuovo impianto elettrico ancora limitato, ad esempio con prolunghe e ciabatte sparse per casa o con un solo punto di accensione in una stanza con quattro accessi, insomma un impianto elettrico mal progettato ed obsoleto ancora prima di cominciare a pagarlo??

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